Netflix, imperdibile serie tratta da un romanzo di successo

Sei alla ricerca di una serie interessante da guardare su Netflix? In prossimità dell’autunno, è comprensibile, e ce n’è una che non puoi proprio perderti. Si tratta di una miniserie thriller tratta da un romanzo tedesco della scrittrice Romy Hausmann: La mia prediletta. Scopriamo di che si tratta e perché dovresti guardarla.

La mia prediletta, nuova imperdibile serie Netflix

“La mia prediletta” è un thriller psicologico girato in Germania che ha il potere, condensato in sole 6 puntate, di tenerci incollati allo schermo. I temi affrontati sono davvero seri e delicati, in particolare la storia si concentra sul tragico fenomeno delle donne rapite e segregate in casa. Il romanzo da cui è tratta la miniserie è uscito nel 2020, ed ha raccolto consensi davvero in tutto il mondo.

La serie, ora, aggiunge qualche tocco in più alla già avvincente trama del romanzo, e mostra la storia narrata attraverso i punti di vista di vari personaggi, trattando temi come il trauma infantile e l’identità di genere. Un particolare interessante, ma anche agghiacciante, riguardo alla storia narrata all’interno della serie, è che si tratta di una storia di cronaca nera. In particolare, la trama si ispira al caso di cronaca “Fritzl”.

Il libro da cui è tratta la serie

Il romanzo di Romy Hausmann, a cui “La mia prediletta” si ispira, è un libro che lascia il lettore costantemente con il fiato sospeso. Complice anche lo stile che l’autrice utilizza nel raccontare le vicende, che rende il tutto davvero coinvolgente. La narrazione non conosce momenti morti o noiosi, ma sin dall’inizio il lettore è trasportato nel vivo dell’azione, e i ritmi sono incalzanti e concitati, soprattutto grazie alla scelta di trasportarci negli occhi di ciascun personaggio. In Italia, è la casa editrice Giunti Editore che ha scelto di pubblicare l’opera, insieme ad altri due romanzi della stessa autrice.

Di che parla “La mia prediletta”

Come anticipato, la miniserie ha come protagonista Lena, una donna che vive segregata in casa con i suoi due figli, Hannah e Jonathan. I 3 sono prigionieri di un uomo che anni prima ha rapito Lena, e che i suoi figli chiamano “papà”. La vita dei 3 prigionieri si svolge secondo precise regole stabilite dal loro carceriere, ad esempio ogni volta che entrano in una stanza in cui c’è anche lui devono mostrargli le mani. In più, non sono concessi errori per quanto riguarda il rispettare il programma quotidiano e gli orari stabiliti.

Questa asfissiante vita di prigionia va avanti fino a che, un giorno, Lena e Hannah riescono a scappare, ma nella fuga subiscono un incidente quasi fatale. Arrivate in ospedale, i medici non riescono ad identificare Lena, ma si rendono conto che il suo nome e la cicatrice che porta sul corpo corrispondono a quelli di una ragazzina sparita nel nulla ben 14 anni prima. Hannah, a quel punto, spiega come se niente fosse che Lena ha ucciso il padre e Jonathan ne sta pulendo il sangue. Da lì, la storia proseguirà sulla scia di sconvolgimenti e colpi di scena inaspettati.